Delitto e castigo by Fyodor Dostoyevsky

Delitto e castigo by Fyodor Dostoyevsky

autore:Fyodor Dostoyevsky [Dostoyevsky, Fyodor]
La lingua: ita
Format: epub
Tags: no cover, italiano, archivio italiano
Google: iOZnngEACAAJ
editore: Garzanti
pubblicato: 1976-11-15T07:11:58+00:00


Sònja lo guardò con aria interrogativa.

"Siete voi che dovete mantenerli. È vero che anche prima era tutto sulle vostre spalle, e che il defunto veniva a chiedervi soldi per andarseli a bere... Ma adesso cosa accadrà?"

"Non lo so," rispose tristemente Sònja.

"Rimangono lì?"

"Non lo so, sono in arretrato con la pigione e la padrona pare che li voglia sfrattare; inoltre, Katerìna Ivànovna dice che lei stessa non rimarrà lì un minuto di più."

"E da dove le viene tanto coraggio? Spera forse in voi?"

"Ah, non parlate così!... Noi viviamo insieme, uniti." Sònja si inquietò di nuovo e perfino si irritò, facendo pensare così a un canarino infuriato o a un altro minuscolo uccello. "E come dovrebbe fare? Ditemi, come?..." domandava, accalorandosi ed agitandosi. "E quanto, quanto ha pianto oggi! Le si confondono le idee, non l'avete notato? Sì, le si confondono: ora si preoccupa come una bambina perché domani tutto sia come si deve, perché ci siano gli antipasti e il resto... ora si torce le mani, sputa sangue, piange, e a un tratto, dalla disperazione, si mette a picchiare la testa contro il muro. Poi si calma di nuovo: spera tanto in voi; dice che voi, adesso, siete il suo sostegno, che lei prenderà un po' di denaro a prestito, tornerà nella sua città con me, aprirà un convitto per ragazze dell'aristocrazia e mi prenderà come ispettrice, e che per noi comincerà una vita completamente nuova, magnifica; e mi bacia e mi abbraccia, mi fa coraggio, e come ci crede!... Come crede, voglio dire, a tutte queste fantasie! È mai possibile contraddirla? Oggi è tutto il giorno che lava, pulisce, rammenda; lei stessa, con le sue poche forze, ha trascinato dentro la stanza il mastello, e così le è venuto l'affanno e ha dovuto stendersi sul letto; e stamattina siamo andate insieme al mercato, a comprare delle scarpette per Pòleèka e Lèna, perché le loro erano tutte in pezzi però, i soldi non ci sono bastati, non avevamo fatto bene i conti, ne mancavano moltissimi, e lei aveva scelto delle scarpette così graziose, perché voi non lo sapete, ma ha molto buon gusto... E allora è scoppiata a piangere, lì nella bottega, davanti ai venditori, perché non bastavano i soldi... Che pena faceva a guardarla..."

"E adesso, dunque, si capisce benissimo perché voi... facciate questa vita," disse Raskòlnikov con un sorriso amaro.

"E a voi non fa pena, forse? Non vi fa pena?" lo investì di nuovo Sònja. "Voi, lo so, le avete dato i vostri ultimi soldi, senza aver visto niente. Ma se aveste visto tutto, oh, Signore Iddio! E quante, quante volte io l'ho fatta piangere! Ancora la settimana scorsa! Oh, io...! Solo una settimana prima che morisse il babbo. Sono stata crudele! E quante, quante volte l'ho fatto! Ah, come ho sofferto tutto il giorno, oggi, ripensandoci!"

Per il dolore di quel ricordo, Sònja si torceva perfino le mani.

"Crudele voi?"

"Sì, io, io! Ero andata da loro, quel giorno," proseguì piangendo, "e mio padre, buonanima, ecco che mi dice: ‹Leggimi,› dice, ‹Sònja, perché io ho mal di testa, leggimi un po'.



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